ISEE 2025: Esclusione dei titoli di Stato e dei buoni postali dal calcolo
Dopo mesi di attesa, è stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale il decreto operativo che introduce l'esclusione dei titoli di Stato e dei buoni postali dal calcolo dell'ISEE (Indicatore della Situazione Economica Equivalente). La misura, prevista già nella Legge di Bilancio 2024, era rimasta inattuata a causa della mancanza di un provvedimento attuativo. Ora, con la firma del Dpcm da parte della premier Giorgia Meloni, la riforma è ufficialmente operativa e avrà effetto a partire dal 1° gennaio 2025 per il calcolo dell'ISEE 2025.
LE NOVITÀ PRINCIPALI
Il decreto, che modifica il DPCM n. 159 del 2013, introduce una serie di cambiamenti significativi nel calcolo dell'ISEE, con l'obiettivo di rendere l'indicatore più equo e di non penalizzare chi ha scelto di investire in strumenti finanziari sicuri come i titoli di Stato o i libretti postali.
In particolare, titoli di Stato (come BOT, BTP, CTZ e CCT), buoni fruttiferi postali e libretti di risparmio postale non saranno più inclusi nel calcolo del patrimonio mobiliare familiare, fino a un importo massimo di 50.000 euro. Questa esclusione permetterà a molte famiglie di vedere ridotto il proprio ISEE, con possibili benefici nell'accesso a prestazioni sociali e agevolazioni.
COSA CAMBIA PER LE FAMIGLIE?
Con l'entrata in vigore della nuova normativa, le famiglie che possiedono titoli di Stato o buoni postali potranno escludere questi investimenti dal calcolo del proprio ISEE, a patto che il loro valore complessivo non superi i 50.000 euro. Questo significa che chi ha investito in strumenti finanziari garantiti dallo Stato non sarà più svantaggiato nel richiedere agevolazioni come l'assegno unico, i bonus sociali per le bollette, le borse di studio o il bonus asili nido.
Ad esempio, una famiglia con due figli, un reddito da lavoro dipendente, una casa di proprietà e 79.000 euro di patrimonio mobiliare, di cui 25.000 euro investiti in titoli di Stato, vedrebbe ridurre il proprio ISEE di circa 2.000 euro (-8,6%). Se l'investimento raggiungesse i 50.000 euro, la riduzione potrebbe arrivare fino a 4.000 euro (-17,2%).
LA DOPPIA PRESENTAZIONE DELL'ISEE 2025
Una delle conseguenze immediate della nuova normativa è la possibilità che molte famiglie debbano presentare due volte la Dichiarazione Sostitutiva Unica (DSU). Chi ha già aggiornato il proprio ISEE per il 2025, ad esempio per richiedere l'assegno unico, potrebbe doverlo rifare per escludere i titoli di Stato dal calcolo. Questo comporterà un costo aggiuntivo di 25 euro per chi si rivolge ai CAF per la compilazione della DSU.
LE NOVITÀ PER LE FAMIGLIE CON DISABILITÀ
Il decreto introduce anche importanti novità per i nuclei familiari con persone disabili o non autosufficienti. In questi casi, i trattamenti assistenziali, previdenziali e indennitari percepiti da amministrazioni pubbliche in ragione della condizione di disabilità saranno esclusi dal calcolo del reddito familiare. Inoltre, è prevista una maggiorazione di 0,5 al parametro della scala di equivalenza per ogni componente del nucleo familiare con disabilità media, grave o non autosufficiente.
L'ENTRATA IN VIGORE E I PROSSIMI PASSI
Il decreto è stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale il 18 febbraio 2025 e entrerà in vigore il 5 marzo 2025. Tuttavia, l'esclusione dei titoli di Stato e dei buoni postali dal calcolo dell'ISEE avrà effetto solo a partire dal 1° gennaio 2025, con la possibilità per le famiglie di aggiornare la propria DSU in base alle nuove regole.
L'INPS dovrà ora aggiornare il modello di DSU e fornire le istruzioni operative per l'applicazione della nuova normativa. Grazie alle recenti automatizzazioni e ai collegamenti tra le banche dati della pubblica amministrazione, si prevede che l'aggiornamento sarà rapido, anche se alcune criticità potrebbero emergere nella fase iniziale.
I VANTAGGI E LE PERPLESSITÀ
La misura ha l'obiettivo di favorire i piccoli risparmiatori, riconoscendo il valore degli investimenti in strumenti finanziari sicuri come i titoli di Stato e i buoni postali. Tuttavia, non mancano le perplessità.
Da un lato, l'esclusione di questi strumenti dal calcolo dell'ISEE potrebbe portare a un aumento delle spese pubbliche per le prestazioni sociali, stimato in circa 44 milioni di euro annui. Dall'altro, c'è il rischio che gli enti erogatori, come INPS, università ed enti locali, siano costretti a rivedere le soglie di accesso alle agevolazioni per problemi di bilancio, annullando di fatto i benefici per gli utenti.
Inoltre, la misura solleva dubbi di equità: famiglie con risparmi investiti in titoli di Stato potrebbero risultare "povere" quanto quelle che non possiedono tali risparmi, accedendo così a prestazioni pensate per i ceti meno abbienti.
CONCLUSIONI
L'esclusione dei titoli di Stato e dei buoni postali dal calcolo dell'ISEE rappresenta una svolta significativa per molte famiglie italiane, con potenziali vantaggi per chi ha scelto di investire in strumenti finanziari sicuri. Tuttavia, restano da monitorare gli effetti a lungo termine sulla finanza pubblica e sull'equità del sistema. Nel frattempo, le famiglie dovranno prestare attenzione alle nuove regole e, se necessario, aggiornare la propria DSU per beneficiare delle novità introdotte.